Ormai è risaputo quanto il gioco degli scacchi contribuisca allo sviluppo delle capacità cognitive e di concentrazione. Se questo funziona sugli adulti, pensate che straordinaria opportunità è offrire questo strumento di crescita ai bimbi.
Si gioca imparando le regole, ma si gioca anche a modificare le regole e a farle rientrare in uno schema logico-narrativo che ne consenta la comprensione.
Cose banali per un adulto non lo sono affatto per un bambino che magari non ha mai fatto un gioco da scacchiera. Mettere il pezzo esattamente al centro di una casella, muovere una volta ciascuno, non poter rimettere in gioco un pezzo mangiato, rispettare esattamente le caratteristiche di movimento di un pezzo: sono queste le cose più difficili da insegnare.
Una volta superato questo il resto è estremamente più semplice, rientrando nell’ambito dell’acquisizione della tecnica. Per l’apprendimento delle regole, è particolarmente utile costruire una storia che spieghi il perché dei pezzi in gioco, dei movimenti e degli altri elementi. Questo permetterà di ricordare e assimilare più facilmente le nozioni, dando una base comune per eventuali giochi di contorno.
Aumento dell’attenzione
Dall’inizio del corso alla fine, si assiste ad un vistoso e progressivo aumento della capacità di concentrarsi sulla lezione e sul gioco; partendo da lezioni non molto più lunghe di 30 minuti, si arriva alla possibilità di far giocare ai bambini partite di più di mezz’ora con grande concentrazione.
Questo incremento dipende, naturalmente, anche dalla capacità di padroneggiare il gioco.
Percezione geometrica
Gli scacchi presentano una geometria diversa dall’usuale, basata su elementi discreti piuttosto che continui come il bambino è abituato a percepire. Dovrà quindi distinguere gli stimoli reali dei colori imperfetti, dei quadrati, traducendo gli uni nei pezzi e le caselle bianche e nere, gli altri nei concetti di colonne, traverse, diagonali.
Previsione
In tutti i giochi è necessario sviluppare la capacità previsionale, ma questo è particolarmente accentuato nei giochi di scacchiera. Nelle prime partite, capita spesso che un bambino attacchi un pezzo per mangiarlo (piacere più immediato che l’astratto scacco matto) ma viene frustrato allorché il suo pezzo, messo in presa la mossa precedente, viene mangiato immediatamente dall’avversario. Risulta così diretto il rapporto causa-effetto, nonché che una singola mossa deve essere sempre accompagnata dalla previsione di ciò che farà il nostro amico antagonista.
Capita spesso di sentire conversazioni come questa:
– Io metto la Torre qui
– Ed io faccio scacco matto!
– Allora è meglio non metterla
oppure:
– Metto la Donna qui e ti mangio la tua
– No, sono io che la mangio, non ti conviene
– Hai ragione, meglio difenderla con la Torre
Con l’approfondimento del gioco (e aumentando il numero delle partite giocate) i bambini riescono a riconoscere dei patterns tipici e quindi il processo decisionale diviene più semplice; le posizioni possono essere più facilmente catalogate in ‘buone’ e ‘cattive’. Allo stesso tempo, allungando l’analisi delle mosse (all’inizio, si analizza al più la mossa successiva alla propria, poi si passa ad analizzare quella dell’avversario e la successiva propria etc.) si cominciano a rimandare gli appagamenti immediati (“mangio un pedone”) rivolti al fine principale (lo scacco matto).
È utile porre degli obiettivi intermedi che stimolino questo importante elemento cognitivo: impostare posizioni semplici ma che nascondono delle semplici trappole, girando la scacchiera (modificando il punto di vista).
Agonismo
Il corso sarà completato con un torneo di tutti i partecipanti. Il torneo si svolgerà con tutte le regole dei tornei normali: uso dell’orologio per il calcolo del tempo, chi tocca un pezzo lo deve muovere etc.
Dando una veste formale a questa esperienza si farà sì che i bambini sentano di fare una cosa ‘da grandi’, proprio ‘come deve essere fatta’; la stretta di mano prima della partita, accettare serenamente la sconfitta o proporre una patta dopo una bella partita aumentano l’auto-controllo che il bambino deve necessariamente esercitare nelle attività sociali.
L’agonismo è dunque un modo per rinforzare gli elementi positivi del gioco.
Memoria
Aumenta la memoria, in particolare quella spaziale e visiva.
Tempo
Giocando con l’orologio (come si fa nei tornei o nelle partite più formali), il bambino riesce a correlare il tempo esterno con il tempo del proprio pensiero. È esperienza comune a tutti analizzare una mossa ‘un poco’ che, guardando l’orologio, si scopre che era ‘un molto’! Il feedback è immediato, potendo notare che laddove ci si concentri su qualcosa non solo non ci si fa distrarre, ma anche si usano le proprie risorse senza notarlo.
Analogo feedback si ottiene giocando anche partite più informali: il bambino che sollecita l’altro a muovere, giocare velocemente per divertimento. Sono tutti punti che consentono di aumentare la consapevolezza sul proprio pensiero e del suo fluire nel tempo. Considerando che stiamo trattando di un’età in cui non è facile quantificare periodi brevi (dieci minuti, un’ora), avremo un altro elemento positivo.
Il costo è di 35€ mensili per i ragazzi
Il costo è di 40€ mensili per gli adulti